NO alla proposta di trattato ACTA!

ACTA è un vero e proprio tentativo di attaccare, pesantemente ed a livello globale, le libertà ed i diritti di tutte le persone e si presenta anche come una grave minaccia nei confronti del Software Libero.

Dite NO alla proposta di trattato ACTA!
Appoggiate la campagna di EFF contro ACTA!
Appoggiate la campagna della FSF contro ACTA!
Sottoscrivete la dichiarazione della FSF contro ACTA!

L’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) è un progetto multilaterale di "accordo commerciale anti-contraffazione" per la definizione di "standard" internazionali a favore dell’applicazione dei cosiddetti "diritti" relativi alla fantomatica proprietà intellettuale.

L’idea di creare un accordo multilaterale sulla "contraffazione" è stata sviluppata da Giappone e Stati Uniti nel 2006. Canada, Unione Europea e Svizzera hanno aderito ai colloqui preliminari che si sono svolti tra il 2006 ed il 2007. I negoziati ufficiali hanno avuto inizio nel giugno 2008, con Australia, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e Singapore che si sono uniti ai colloqui.

ACTA mira a stabilire un nuovo quadro giuridico internazionale, a cui gli stati possano aderire su base volontaria, costituendo un proprio organismo di potere al di fuori delle istituzioni internazionali già esistenti, come le Nazioni Unite (ONU), la World Trade Organization (WTO) o la World Intellectual Property Organization (WIPO).

I paesi coinvolti nei negoziati hanno descritto ACTA come una risposta contro "l’aumento del commercio globale di merci contraffatte e della pirateria di opere protette dal diritto d’autore". Il campo di applicazione di ACTA è ampio e comprende le merci "contraffatte", i medicinali generici (sic!) e quella che viene definita "pirateria su Internet " ovvero la (presunta) violazione del copyright attraverso Internet.

Le trattative tra le varie nazioni, le varie stesure del documento e gli elementi fondanti dell’accordo elaborato tra il 2008 ed il 2010, sono sempre rimasti segreti all’opinione pubblica, con occasionali fughe di notizie che hanno più volte destato perplessità e preoccupazione per l’impatto dell’accordo sulle dinamiche di fruizione dei contenuti.

Tuttavia, tale segretezza durante le trattative è stata però mantenuta soltanto nei confronti degli organismi internazionali e dell’opnione pubblica: un’agenzia governativa del commercio USA, l’Office of the United States Trade Representative (USTR), ha infatti reso disponibile il testo del progetto di accordo ACTA a diverse multinazionali ed in modo del tutto informale, al di fuori di ogni sistema ufficiale di consultazione pubblica. Le aziende a cui l’USTR ha dato accesso a queste informazioni grazie ad un semplice accordo di non divulgazione, sono: Google, eBay, Dell, la Business Software Alliance, News Corporation, Sony Pictures, Time Warner, la Motion Picture Association of America e Verizon.

Durante la stesura di ACTA, l’USTR ha anche invitato un certo numero di organizzazioni lobbystiche, composte da gruppi industriali interessati a difendere la fantomatica "proprietà intellettuale", a formulare proposte e suggerimenti. Questi gruppi comprendono la International Intellectual Property Alliance (IIPA) (cui appartengono: Business Software Alliance (BSA), Motion Picture Association of America (MPAA o MPA) e Recording Industry Association of America (RIAA)) e la Pharmaceutical Research and Manufacturers of America (PhRMA). La RIAA sostiene l’accordo e ha "contribuito" alla sua stesura.

La versione ufficiale del progetto attuale di accordo ACTA è stata pubblicata il 20 aprile 2010. È previsto che i negoziati ACTA si concludano entro la fine del 2010.

Il trattato ACTA è chiaramente concepito per attaccare e limitare la libertà di condivisione e di diffusione della conoscenza e delle arti. Con esso si vogliono rafforzare il controllo e la repressione a favore della fantomatica "proprietà intellettuale" introducendo, fra l’altro, sistemi di disconnessione automatica (senza l’intervento di tribunale o di un magistrato) degli utenti anche solo sospettati di condividere contenuti digitali in (presunta) violazione del regime dei "diritti" d’autore, ed anche imponendo agli stati aderenti l’adozione di normative che vietino, con responsabilità anche di tipo penale, l’uso di sistemi hardware o software che, anche solo potenzialmente, siano utilizzabili per rompere i cosiddetti sistemi Digital Restrictions Management (DRM) noti anche come "manette digitali".

L’uso distorto e pretestuoso di termini quali "contraffazione" (comunemente usato con riferimento agli oggetti materiali ma qui esteso ai beni comuni immateriali), "pirateria", "proprietà intellettuale", "gestione dei diritti digitali" e così via, non deve trarre in inganno: ACTA è un vero e proprio tentativo di attaccare, pesantemente ed a livello globale, le libertà ed i diritti di tutte le persone.

ACTA aumenta enormemente il livello di controllo e repressione da parte dei governi assicurando allo stesso tempo, alle multinazionali dell’intrattenimento ed ai detentori dei cosidetti "diritti" d’autore in genere (eccoli i veri "pirati"!), il perpetuarsi ed il consolidarsi delle rendite parassitarie derivanti dal furto dei beni comuni immateriali della conoscenza e delle arti, operato ai danni della collettività attraverso i meccanismi di appropriazione privatistica introdotti con l’invenzione della fantomatica "proprietà intellettuale".

In considerazione del grave pericolo per le libertà digitali (e non) che ACTA rappresenta, l’Electronic Frontier Foundation (EFF) ha un’intera sezione del suo sito dedicata al "problema" ACTA ed ha già avviato diverse iniziative di contrasto al trattato, che definisce vergognoso.

ACTA si presenta come una grave minaccia anche nei confronti del software libero, tanto che anche la Free Software Foundation (FSF) ha avviato una campagna ("Speak out against ACTA") contro il trattato.

Secondo la FSF, ACTA è una grave minaccia per il software libero in quanto:

  1. Rende più difficile la distribuzione del software libero.
    Senza la condivisione di file e le tecnologie P2P come BitTorrent (un protocollo di base che consente a tutti di contribuire a distribuire legalmente il software libero), la distribuzione di grandi quantità di software libero diventa molto più difficile e costosa.
  2. Rende più difficile la riproduzione di file multimediali agli utenti di sistemi operativi liberi.
    Potrebbe non essere più possibile acquistare supporti di memoria privi di sistemi DRM, ma i supporti "protetti" da DRM non possono essere riprodotti con il software libero.
  3. Aumenta la probabilità che i vostri dispositivi di riproduzione multimediale vi vengano sequestrati.
    I lettori multimediali portatili che supportano i formati liberi sono meno comuni rispetto ai dispositivi che supportano sistemi DRM, come ad esempio l’iPod. Ciò li farà diventare "sospetti" agli occhi delle guardie di confine?
  4. Crea una cultura di sorveglianza e di sospetto, in cui la libertà che è necessaria per produrre il software libero è visto come pericoloso e minaccioso, piuttosto che creativo, innovativo e stimolante.

Con una recente dichiarazione (A Firm, Simple Declaration Against ACTA), la FSF ha confermato e chiarito la sua posizione nettamente contraria ad ACTA.

La dichiarazione della FSF contro ACTA chiede la completa rimozione di tutti gli aspetti repressivi presenti nella proposta di trattato ovvero (ancora meglio!) il ritiro integrale di ACTA.

Vi invitiamo quindi con forza a:

Dite NO alla proposta di trattato ACTA!
Appoggiate la campagna di EFF contro ACTA!
Appoggiate la campagna della FSF contro ACTA!
Sottoscrivete la dichiarazione della FSF contro ACTA!

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